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Immagine del redattoreNadia Martinelli

Recensione Il Priorato dell'Albero delle arance

Aggiornamento: 19 gen 2021

Salve a tutti lettori e lettrici, eccoci con una nuova recensione. Oggi recensiremo Il priorato dell’Albero delle Arance di Samantha Shannon.

Purtroppo, bisogna partire subito con delle premesse: io sono confusa, molto confusa sul giudizio che ho per questo libro. Inizialmente, appena finito, ho pensato che fosse un ottimo fantasy e che lo avrei consigliato a tutti, ma poi sono passati i mesi e il mio giudizio è diventato sempre più nebuloso, fino ad ora, in cui non so davvero cosa dirvi. Posso solo avvertirvi che per quanto io abbia notato i difetti con il tempo, è comunque un libro validissimo, un fantasy ottimo e che merita la lettura, detto questo però è abbastanza dimenticabile, cosa che non dovrebbe accadere con un libro che ti è piaciuto davvero. A distanza di tempo, infatti, dovresti avere ancora il nome dei personaggi nella mente, o comunque non dover andare a recuperare il libro perché te li sei scordati tutti. Invece, con questo libro è successo così, per scrivere questa recensione sono dovuta andare a riprendere il libro e rivedermi i nomi, perché me li ero dimenticati tutti, me ne ricordavo solo uno, ma è il mio personaggio preferito, quindi come si suol dire: ti piace vincere facile.


Detto questo io ho apprezzato molto la costruzione del mondo fantasy descritto, questo è un pregio del romanzo e della scrittura della Shannon, che riesce ad evocare paesaggi stupendi di vario genere. Una delle cose che sicuramente vi colpirà leggendo il libro è la differenza tra i diversi luoghi di quest’universo e la descrizione delle molte culture che in esso convivono. Di base il mondo è diviso in due parti: occidente e oriente, in guerra fredda tra loro a causa della religione, in particolare a causa dei draghi. È palese che la Shannon abbia tratto ispirazione dalle figure dei draghi occidentali e orientali, e dalla loro diversa concezione. Nel mondo occidentale della Shannon, come nel nostro, i draghi sono esseri a quattro zampe, con ali e che sputano fuoco, terrorizzando il mondo, mentre i draghi orientali sono serpentiformi, senza ali e vivono nell’acqua per la maggior parte del tempo. I primi sono chiamati Wyrm e sono i servi di uno dei draghi più cattivi, il quale ha tentato di distruggere il mondo secoli prima, chiamato Senza Nome; i secondi sono delle divinità benefiche che gli orientali venerano, un po’ come accade ancora oggi in Cina e Giappone. Non vi nascondo che sono una fan dei draghi, io amo tutto quello che ha a che fare con loro e trovo che siano le creature più affascinanti del fantasy, ma in questo romanzo i draghi non spiccano (e non sono nemmeno i protagonisti) e di questa cosa mi spiace molto, anche perché la copertina sembrava suggerire il contrario. Come se non bastasse, i draghi occidentali sono nemici malvagi senza una motivazione, come il cattivo, il Senza Nome, che è il tipico cattivo del fantasy classico, è cattivo perché è cattivo, non c’è nessuna motivazione. Cosa che può piacere o meno, a me non dispiace, capisco che egli sia più che altro un simbolo che non un cattivo vero e proprio: è il male incarnato e questo ci basta. A nessuno interessano le motivazioni di Morgoth/Melkor e Sauron (almeno non a me) ma Sauron è Sauron, non penso ci sia nessuno che voglia mettere in dubbio lo status che ha Sauron come cattivo indimenticabile. Il Senza Nome invece è dimenticabile perché è una minaccia infondata, o meglio, non vediamo mai cosa potrebbe succedere se vincesse lui, ci sono solo degli accenni, ma nulla rende questo cattivo veramente incisivo. Per quanto riguarda i draghi orientali le cose non cambiano molto, sono usati poco. Essi sono i draghi che hanno dei cavalieri al loro fianco, e sono anche delle divinità per cui è giusto che alcune cose rimangano avvolte nel mistero. Tuttavia a mio parere, sono sfruttati decisamente troppo poco. E tutto questo è anche un problema dovuto al finale, molto frettoloso, soprattutto in confronto a tutto il resto del romanzo, che ha un ritmo particolare: è molto lento soprattutto all’inizio, ma questo è abbastanza comprensibile, perché l’autrice deve presentarci questo modo, spiegandocelo bene, senza lasciare nulla al caso e deve introdurci i personaggi principali, in particolare quelli di cui vedremo il punto di vista e farci capire il contesto della storia. Quando finalmente si entra nel vivo della vicenda il romanzo diventa molto più veloce e diventa impossibile staccarsi. Il problema è che verso la fine, il ritmo subisce di nuovo una pausa per poi affrettarsi verso la conclusione. Il finale è sicuramente il difetto più grande. È troppo affrettato, succede tutto troppo velocemente, e anche troppo facilmente per come invece ci era stato presentato il problema sin dall’inizio.


L’altro grande difetto è l’empatia e l’emotività che io, purtroppo, leggendo questo libro non ho provato. So che è una cosa molto soggettiva (del resto una recensione è soggettiva) ma, sfortunatamente, questo libro non mi ha trasmesso tante emozioni, e, secondo me, è imputabile allo stile della Shannon che è molto pulito, studiato, descrittivo, ma poco emotivo. Per esempio, alcuni dei momenti più drammatici sono processati poco e quindi, per il lettore possono risultare affrettate e a volte anti-climatiche.

Anche i punti di vista lasciano un poco a desiderare: i personaggi di cui seguiamo le vicende sono quattro, e per quanto siano interessanti, e ben scritti (ognuno ha una sua voce, non sono per nulla tutti uguali) non mi hanno lasciato molto. E questo vale in particolare per Tanè, che è uno dei punti di vista più inutili della storia. In realtà, avrebbe dovuto essere quello più interessante, dato il collegamento con i draghi e invece è quello più debole. Il mio personaggio preferito è inoltre qualcuno di cui non leggiamo il punto di vista: Sabran Nona, che è l’attuale regina di Inys ed è un personaggio che rappresenta in pieno il concetto di femminismo, ma quello costruito bene. Sabran non è cazzuta, non è una donna guerriera, non è una persona con cui è facile parlare, soprattutto all’inizio, ma è un personaggio complesso e approfondita; è una donna forte nel suo essere semplicemente donna; non è un maschiaccio mancato o una che usa la sua femminilità come un’arma, anzi. Sabran è prima di tutto una persona. I suoi problemi nascono proprio perché è donna, per di più regina, quindi ha dei doveri che tutti si aspettano lei adempia, anche contro la sua volontà, in primis il matrimonio. Pertanto, per quanto riguarda quest’aspetto non posso che complimentarmi con la Shannon, per aver scritto a proposito della tematica femminista in modo così genuino, serio e interessante, senza cliché.


E non è l’unica tematica importante affrontata dalla Shannon. Infatti, il Priorato dell’Albero delle Arance è un libro molto ricco anche da questo punto di vista. In primis si parla di differenze culturali, apparentemente inconciliabili, e di dover fare fronte comune contro le minacce invece che combattersi a vicenda a causa delle idee diverse e della religione soprattutto. Ma si parla anche dell’importanza di saper ascoltare gli altri con la mente aperta, senza fossilizzarsi sulle proprie convinzioni, così come anche dell’importanza della libertà persona. Infine, c’è la tematica LGBT, e con due personaggi che tra l’altro io inizialmente non mi sarei aspettata, ma che sono stati la mia coppia preferita e anche quest’aspetto come quello del femminismo è trattata in modo interessante e genuino.


Per queste ragioni non posso esimermi dal concludere che questo romanzo è sicuramente un ottimo fantasy con un’eccellente costruzione del mondo e dei personaggi, e con una storia avvincente che però ci mette un po’ a partire. A ciò si aggiunge una buona dose di tematiche importanti, ma con alcune pecche, sia dal punto di vista del finale che dal punto di vista delle emozioni e l’immedesimazione dei personaggi. Forse la Shannon è troppo perfetta, e questa perfezione e precisione, vanno a discapito delle emozioni, che comunque ci sono, non fraintendetemi, ma rimangono molto leggere per le scene che le suscitano. Fatemi sapere se lo avete letto e cosa ne pensate o se avete intenzione di farlo.

Un bacio e buona lettura,


Fede


P.s come ormai consuetudine vi lascio il link per poter sbirciare sul sito ufficiale dell'autrice e scoprire anche le sue altre opere. Buona lettura a tutt*




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